mercoledì, giugno 16, 2010

Il suono dei cavi digitali

Nel mio viaggio nell'alta risoluzione audio non avrei mai pensato di imbattermi in un vecchio tema che non avevo mai affrontato: la qualità delle connessioni digitali.
La configurazione stabile della mia nuova sorgente DVD-Audio prevedeva una connessione con cavo digitale ottico al DAC esterno, come era sempre avvenuto per il lettore CD che disponeva solamente dell'uscita Toslink.

Leggendo in giro, e attingendo a qualche nozione di hi-fi che mi sarà capitato di leggere anni addietro, ho ipotizzato che passare al cavo SPDIF coassiale avrebbe migliorato, seppure di poco, la qualità sonora, o meglio che avrebbe eliminato eventuali difetti del cavo Toslink.

Faccio quindi un giro su ebay, e mi imbatto nei cavi Belkin. Ora, prima che inorridiate all'istante, i cavi Belkin vengono prodotti in due serie delle quali la Silver è quella di migliore qualità.
Nonostante Belkin sia un produttore di hardware che ruota attorno all'home networking, i cavi per audio-video sembrano fatti veramente bene per quel che costano - almeno su ebay, in Italia costano non poco.
Ho ordinato quindi un cavo digitale coassiale e una coppia di RCA per il collegamento analogico tra DAC e amplificatore, per sostituire i vecchi Monster cable, da utilizzare su altri apparecchi.

Per inciso, i cavi analogici hanno le freccette stampigliate che indicano il "verso" del segnale, ovvero una delle loro estremità deve essere collegata esclusivamente alla sorgente e l'altra esclusivamente all'amplificatore, e non viceversa. Mi sarei aspettato, intuitivamente, che la direzionalità del cavo al massimo fosse valida per il cavo digitale, che ha a che vedere con frequenze decisamente più elevate di quelle audio. È naturale inoltre che i problemi di trasmissione aumentano all'aumentare della frequenza del segnale.
Approfondiremo anche questi aspetti.

Appena arrivato il cavo coassiale, ho provveduto a sostituire subito l'ottico, senza preoccuparmi più di tanto, perché sapevo che avrebbe suonato più o meno come prima, se non meglio. Ho sostituito anche i cavi analogici.
Con mia grande sorpresa, però, alle prime note del pianoforte di Mari Kodama mi sono accorto che il suono straordinario del DVD-Audio era andato perso; mi sembrava di essere ritornato a un vecchio CD.

Ebbene, dopo un'intera serata di prove di ascolto e dopo avere commutato tra ottico o coassiale una ventina di volte il risultato è stato che la migliore qualità sonora l'ho sempre ottenuta con la connessione ottica.
Col CD non c'è differenza, praticamente nemmeno nei confronti dei convertitori interni, ma quando si sale di frequenza le cose cambiano molto.

Il suono del cavo coassiale è risultato da subito più cupo, l'immagine sonora molto ridotta, la microdinamica insufficiente.
Con il cavo ottico ero ormai abituato a sentire addirittura la pianista che si muoveva suonando e modificava in qualche modo il suono ricevuto dai microfoni.
Le motivazioni, secondo la letteratura "classica" sull'argomento, possono essere due: il jitter e (tenetevi forte) il rodaggio del cavo.

Vedremo più avanti il rodaggio del cavo coassiale e le ulteriori prove di ascolto.

domenica, giugno 13, 2010

Nuova sorgente digitale: il DVD-Audio

Dopo le piccole disavventure con il Netgear 9100, incapace di fornire un'audio digitale corretto a 88 Khz, ho deciso di passare a un lettore multiformato. Il Netgear rimane comunque eccellente per tutti gli usi video e per i 44 o 96 Khz.

La scelta è andata sul lettore Cambridge Audio DVD99, un multiformato attualmente in vendita, massima espressione dell'era DVD, per quanto riguarda le possibilità di lettura e di decodifica. Naturalmente l'audio digitale compresso delle colonne sonore non conta ai fini di alta fedeltà, mentre conta molto di più la capacità di leggere tutti i formati ad alta risoluzione, DVD-Audio e SACD.

Il mercato dei DVD-Audio è praticamente inesistente da anni, persino inferiore a quello dei SACD, già di modestissime dimensioni, e probabilmente prossimo alla scomparsa totale.
Ciononostante, avendo ormai intrapreso la strada della musica liquida ad alta definizione, il formato DVD-A ritorna molto utile: è infatti possibile eliminare del tutto il player multimediale (tipo il Netgear) come sorgente digitale e utilizzare un software di masterizzazione di DVD-Audio, DVD-Audio solo, per tutti i contenuti fino a 24 bit e 192 Khz.

Ora, l'entrata digitale del mio DAC non supporta più di 108 Khz, ma si dà il caso che la quasi totalità della musica liquida ad alta definizione arrivi al massimo a 96 Khz, anche per questioni di dimensioni del download; i DAC interni del DVD99 supportano comunque i 192 Khz, in caso di necessità.
Le prime prove di ascolto, però, sono di gran lunga a favore del DAC esterno, in quanto macchina di tutt'altra levatura rispetto al DVD99.
Sorprendentemente, il DAC Musical Fidelity A3/24 si è rivelato un acquisto resistente al tempo e al progredire della tecnologia, quando sembrava che tutto portasse all'adozione del Super Audio CD come standard del futuro. Lo stream di dati a 1 bit del SACD, il DSD, avrebbe reso presoché inutile il mio DAC esterno.

Il DVD99 è anche un player SACD, anche se non dispone di convertitori DSD, ma decima il segnale DSD in ingresso a 24 bit e 192 Khz, per poi inviarlo ai convertitori.
La soluzione non è per niente disprezzabile, ma per ora gli ascolti hanno deluso molto. Per ora possiedo solo 2 SACD, di cui solo uno audiophile, ma del secondo conosco bene il layer CD, ottimo, e quindi posso fare confronti.

HDracks, da cui mi rifornisco di musica "liquida", pubblica le registrazioni ad alta risoluzione a 24 bit e 96 Khz, tranne per la musica derivante da SACD, che viene pubblicata secondo lo standard 24 bit 88 Khz, frequenza multipla intera del 2.82 Mhz del SACD.
Ho acquistato un paio di album (uno e due) di Mari Kodama su Pentatone, alcune sonate di Beethoven per pianoforte, che letteralmente spazzano via qualunque registrazione simile sentita su CD.