martedì, maggio 18, 2010

Audio ad alta definizione: il mercato

Nella scorsa puntata abbiamo visto come l'utilizzo di un media player adeguato permette di avere una sorgente digitale di tutto rispetto.
In più potremmo dire che, con l'alta definizione audio, la sorgente è divisa in due parti, una totalmente digitale e una in parte analogica.

La sorgente digitale HD richiede uno schermo, grande o piccolo, ma comunque più grande del classico display di un lettore CD. Bisogna infatti tenere conto che generalmente la musica sarà organizzata in un albero di directory analogamente ai file in un PC. Col media player, dunque, ci si deve quindi appoggiare al monitor TV. In alternativa, i moderni notebook sono abbastanza silenziosi da essere inseriti in una catena hi-fi, sempre che all'improvviso non parta una ventola, oppure si parla di HTPC.
In assenza di tutto ciò, la connessione wi-fi permette di accedere ai file condivisi di un computer o NAS ubicato in una stanza lontana dal punto d'ascolto. Aggiungo che, dalle prove che ho fatto, la velocità di trasferimento di una rete wi-fi "G" è ampiamente sufficiente per assicurare un flusso di dati continuo verso il media center; certamente una rete "N" è migliore da tutti i punti di vista. Ho notato anche come i client wi-fi "N" si comportino meglio dei client "G" nelle reti G, ma dovrei fare test appositi; per ora si tratta di sensazioni.
In alternativa è possibile utilizzare una coppia di adattatori ethernet-rete elettrica.

La sorgente analogica è il DAC vero e proprio, capace di generare un segnale analogico a fronte di un ingresso digitale sincrono; in pratica ciò che sta a valle della classica connessione Toslink o coassiale o addirittura AES/EBU.

Il mercato hi-fi si sta comunque muovendo. In ambito wi-fi sono disponibili media player piuttosto costosi, che però sono indipendenti dal PC.
Recentemente ho trovato un delizioso DAC della Cambridge Audio, il DacMagic, che nell'ultima versione è un concentrato di connettività digitale e feature da fare invidia a esemplari molto più costosi. Certo è improbabile che convenga cambiare il DAC a chi ne è già in possesso, specialmente se di alto lignaggio; io comunque lo prenderei in considerazione, se non altro per la connettività, per l'input diretto da USB, e per le lucine che segnalano il tipo di stream in ingresso :-). La presenza di uscite bilanciate è un notevole plus per chi ha entrate pre corrispondenti.
Il "limite", se di limite si può parlare, è l'entrata a 96 Khz invece che a 192 Khz, come dettava lo standard mancato DVD-Audio.

La moda attuale prevede piccoli convertitori attaccati direttamente a una porta USB del computer. Io la trovo una soluzione che alla bassa qualità quasi certa aggiunge un'estetica e un'ergonomia molto discutibili. L'ideale sarebbero i media server, ma attualmente la quasi totalità viene progettata per applicazioni video, in cui la parte audio è molto trascurata. Se non altro gli standard video delle ultime generazioni prevedono l'audio fino a 24/192, quindi come effetto collaterale la maggior parte dei media player dovrebbe sia mandare all'uscita digitale l'audio LPCM HD, sia convertire l'audio HD in analogico tramite le uscite stereo; con l'ultima soluzione ci si deve però accontentare di un DAC interno non certo di alto livello, quindi di per sé incompatibile con gli scopi che dovrebbe avere l'audio HD.

L'unico media player non esplicitamente di gamma medio-alta di cui sia venuto a conoscenza è quello della gamma Sonos, a cui però manca l'essenziale requisito di supportare l'audio ad alta definizione.

Ma allora non c'è un player universale? In teoria sì, ed è il buon vecchio PC. Per fare un esempio, un semplice portatile con chipset Intel High Definition Audio supporta praticamente qualsiasi sorgente audio e video. Il problema è ovviamente in fase di conversione, in quanto l'ambiente del PC è per costruzione elettricamente molto rumoroso e non certo dotato di componenti e circuiteria di prim'ordine, come si richiede in ambito audiophile (altrimenti dello stream HD che ce ne facciamo?).

lunedì, maggio 10, 2010

Audio ad alta definizione: nuovo hardware

Nella scorsa puntata ho descritto le prime prove con i primi file ad alta definizione reperiti su internet.

Ho sentito la necessità di acquistare una nuova "sorgente" perché il media player che utilizzavo ha esclusivamente un'uscita digitale ottica Toslink, che mi occupava l'unica entrata ottica del DAC, prima occupata dal lettore CD.
In questo modo non potevo più ascoltare il CD, quindi o acquistavo una nuova meccanica con uscita coassiale, oppure un nuovo media player con la stessa uscita.

La scelta è andata sul Netgear EVA9100, un media player sulla carta molto completo e sufficientemente recente, che avesse la fatidica uscita digitale coassiale.
L'EVA9100 esternamente è fatto molto bene, dà la sensazione di robustezza, buoni materiali e cura per i dettagli. Alla prova pratica è abbastanza completo, anche se l'interfaccia soffre un po' della volontà di essere a tutti i costi utilizzabile da chiunque, anche da chi dovrebbe tenersi lontano da questi oggetti.
In ultima analisi, il prezzo superscontato che ho trovato online mi ha convinto definitivamente ;-). Inoltre con Netgear mi sono trovato sempre bene, specialmente per quanto riguarda gli aggiornamenti. A proposito degli aggiornamenti firmware, oltre alla puntualità garantita dal supporto di una grande azienda multimediale, c'è il rovescio della medaglia: una volta che il prodotto è stato sostituito dal prodotto successivo più evoluto, il supporto del firmware va diminuendo rapidamente fino ad annullarsi.

Ho collegato l'EVA al DAC tramite un cavo tipo RG59 della all4u a doppia schermatura da 5 metri (!). È stato necessario un cavo così lungo perché l'EVA è finito nel mobiletto della tv e non in quello hi-fi, visto che comunque l'EVA serve soprattutto per il video. Questo cavo non ha niente di particolare, tranne la lunghezza e la doppia schermatura più OFC per il conduttore centrale. La mia maggiore preoccupazione è che non arrivasse il segnale corretto al DAC, ma a quanto pare funziona tutto fino a 192 Khz.
Per quanto riguarda il jitter, ovvero la distorsione sull'asse temporale dei campioni digitali, mi pare che il DAC MF A3/24 abbia un buffer in ingresso e faccia il reclocking dei dati, quindi non c'è da temere.
I file arrivano all'EVA tramite rete wi-fi. L'adattatore si deve comprare separatamente. Questa è una scelta veramente pessima da parte di Netgear, in quanto l'EVA9150, uscito mesi prima del 9100 e che ha solo l'HD interno in più, ha già il wi-fi integrato. Questi sono i tipici risparmi sui costi di produzione che non valgono il risparmio che garantiscono.
L'EVA supporta i file flac, quindi non è necessario convertirli preventivamente in wav, anche se per ora ho il sospetto che sia meglio convertirli.

Il suono è eccellente. Con l'audio ad alta definizione sembra di avere un altro impianto, e a dire il vero anche un'altra stanza!

Nella prossima puntata vedremo come si può migliorare ulteriormente l'impianto grazie a quanto offre attualmente il mercato.

PS: ho purtroppo verificato più volte che c'è qualche problema con l'EVA e i file a 24 bit/88 Khz. Dopo pochi secondi di riproduzione, improvvisamente il suono viene disturbato da microinterruzioni, come se fossero perdite di dati. Nessun problema con il vecchio Trexstor. Ho contattato il supporto Netgear, vedremo che cosa combinano.
Nel frattempo ho ascoltato un nuovo disco HD che ho comprato (24/88) di pianoforte tramite il Trexstor e l'entrata digitale ottica: molto buono. Finito l'ascolto, ho provato ancora l'EVA via coassiale... mi è sembrato enormemente meglio! Purtroppo il difetto dei disturbi perdura, quindi non sono potuto andare oltre una ventina di secondi di musica.

martedì, maggio 04, 2010

Alta definizione audio: internet

Nella scorsa puntata abbiamo visto che cosa mi ha spinto ad interessarmi di audio ad alta definizione e come ciò sia partito da un'esigenza personale e abbastanza datata: le registrazioni dei concerti.

Una volta riuscito ad ottenere una catena audio capace di riprodurre HDA, mi sono guardato in giro su internet alla ricerca di eventuali siti che vendessero musica HD. Dopo un po' di ricerche ho trovato HDtracks, un progetto Chesky Records, nota etichetta audiophile. Subito incuriosito dai prezzi, volevo scaricare un paio di brani di esempio, ma ho notato che era impossibile farlo per utenti al di fuori degli USA. Era impedita per cominciare la registrazione, che non accettava la mia e-mail sul dominio email.it.
A quel punto ho immaginato che l'interfaccia controllasse il ".it" finale, limitando ai ".com" o simili domini prevalentemente USA la registrazione. Infatti, disponendo di un indirizzo e-mail con suffisso ".com", la registrazione è andata a buon fine.
Nella form dei dati personali ho tralasciato di indicare l'indirizzo, men che meno la nazionalità, ovviamente. Un altro possibile blocco a livello sistemistico per utenti non USA è il controllo dell'emittente della carta di credito, il cui codice è contenuto nei numeri della carta stessa.
Visto che si poteva pagare con Paypal ho pensato che, utilizzando il mio indirizzo ".com" per pagare, si saltassero i controlli sulla nazionalità perché il venditore non viene a conoscenza del numero di carta comunque. Infatti sono riuscito a portare a termine un paio di acquisti di prova.

HDTracks ha una sezione ad alta definizione 24/88 o 24/96. Ho acquistato due brani abbastanza lunghi da poter valutare con calma la bontà della soluzione.
Girando su internet ho trovato che il sito della 2L, un'etichetta norvegese audiophile, che ha un'intera pagina dedicata a sample hd utilissimi, da 96 a 192 Khz per flac/wav e addirittura master DSD e DXD (24/352.8!).

I risultati variano da molto buono a eccellente, come al solito in dipendenza dalla registrazione. Ad esempio la sonata 32 di Beethoven della 2L è quanto di meglio io abbia sentito dal mio impianto per quanto riguarda il pianoforte.
Bisognerebbe avere i brani anche a 16/44.1 (standard CD) per fare confronti, anche se è possibile produrli attraverso il PC e un buon programma di conversione.
Colpisce subito la timbrica, consistente a tutte le frequenze. La scena sonora è molto ampia. Ogni strumento è maggiormente identificabile come posizione, e rimane sempre ben distinguibile dagli altri. La sensazione generale è la stessa che si prova quando, ascoltato un lettore CD economico, si passa ad un lettore di gamma alta. Il grande vantaggio di usare un DAC nei confronti bassa/alta risoluzione, però, è che la parte di conversione D/A rimane invariata e quindi il confronto è molto più affidabile.

Nella prossima puntata vedremo quali modifiche hardware ho pensato per il mio impianto in funzione dell'alta definizione audio e parlerò di ulteriori ascolti.

domenica, maggio 02, 2010

Alta definizione audio: gli inizi (per me)

Come potrete aver intuito da questo blog, sono appassionato di registrazione audio di eventi dal vivo, preferibilmente concerti di musica acustica.
Possiedo un registratore palmare Zoom H4, capace di una risoluzione massima di 24 bit a 96 Khz. Ovviamente tale risoluzione è sovrabbondante sia per la qualità dei microfoni interni (a meno di usarne di esterni, ma in tal caso il registratore non è più molto "palmare"), sia per la destinazione classica della registrazione, ovvero l'incisione su CD.
Ciononostante i risultati migliori si ottengono registrando a 24 bit e 44.1 Khz, ottenendo il miglior compromesso tra qualità sonora e spazio occupato dai file. La scelta della frequenza di campionamento, uguale a quella del CD, è scelta in modo da evitare la conversione di frequenza da 96 o 48 Khz, che inevitabilmente fa perdere qualità. I 24 bit, inoltre, consentono di avere una tolleranza di definizione che permette di minimizzare la perdita di qualità negli interventi di elaborazione successiva.

Le registrazioni da me effettuate dal vivo sono sempre state riversate su CD con esiti talvolta molto soddisfacenti. Rimane il fatto che la conversione finale a 16 bit delle tracce pronte per l'ascolto ha sempre determinato una leggera perdita di qualità, nonostante l'applicazione del dithering e il noise shaping. Giorni fa, però, mi è venuta un'idea.

Tempo fa avevo acquistato un media center della Trexstor per vedere sulla tv i filmati che ho su PC. Tale oggetto, ottimo come aspetto esteriore, prezzo e connettività wi-fi inclusa, molto grezzo invece come software, si è rivelato una delusione per la riproduzione video per la mancanza del decoder h264 (ben nascosta sulla confezione), ed è quindi rimasto poco utilizzato per mesi.
Il media center è dotato di un'uscita ottica Toslink, presumibilmente abilitata ai 24 bit e 192 Khz che dovrebbero rappresentare la qualità massima di campionamento nell'ambito DVD-video e del defunto DVD-audio. Ho pensato di collegare il media center al mio DAC Musical Fidelity A3/24, dotato di entrate Toslink (ottica) e SPDIF (coassiale) che accettano segnali fino a 24 bit e 108 Khz. Il DAC è del tipo a sovracampionamento fino a 24 bit e 192 Khz, e sospetto che sia dotato di reclocking del segnale di ingresso.

Ebbene, i risultati sono stati ottimi! Finalmente potevo ascoltare i le mie registrazioni con la risoluzione nativa. Ma allora, mi son detto, vediamo se si può fare qualcosa per ascoltare la mia musica preferita a risoluzione maggiore di quella del CD. Era da tempo che non curiosavo online per seguire il mercato dell'audio, infatti sono rimasto sorpreso da ciò che ho trovato in rete.

Nella prossima puntata (entro una settimana) vedremo come è continuata la vicenda.